I senza-tempo

recensione

I senza-tempo, opera dello scrittore Alessandro Forlani - Immagine riprodotta a fini di promozione

Riflessioni sull'opera

Probabilmente questa recensione sui generis sarà una sorpresa anche per l'autore Alessandro Forlani in quanto il suo romanzo "I senza-tempo" ha scatenato una vera e propria guerra di religione all'interno di un gruppo molto affezionato di partecipanti a Letture Fantastiche.

Prima di entrare nel merito dell'opera e della querelle, devo fare una doverosa premessa: mi piace come scrive Forlani, lo considero uno scrittore dallo stile solido e maturo, non certo una sorpresa come vincitore del Premio Urania, visto che era stato già inserito su Letture Fantastiche tra gli autori meritevoli del panorama della narrativa fantastica nostrana diverso tempo fa. Ciò non comporta tuttavia un trattamento di favore o un occhio di riguardo, questo sono sicuro sarà chiaro agli utenti affezionati che sanno come selezioniamo tutte le opere, ma ho preferito sottolinearlo per i nuovi.

Alcuni di voi si staranno chiedendo se questa prolissa premessa è l'anticipo per dare una sonora mazzata al romanzo con un pizzico di grazia, avvolgendo nel velluto la mazza medievale nonostante le punte di metallo.

Tranquillizzatevi subito, non darò mazzate, almeno per mano mia. "I senza-tempo" è un buon romanzo, che si legge con facilità ed è interessante dall'inizio, con una partenza al fulmicotone che potrebbe travolgere il lettore abituato a tranquille discussioni davanti a una tazza di tè e a innocui colpi di fioretto prima che una trama entri nel vivo.

I personaggi sono, è bene dirlo, "strani", nel bene e nel male, in alcuni casi estratti dalla quotidianità con estrema capacità descrittiva, altri strappati dal passato e dalla fantasia grazie a un'abilità costruttiva non indifferente. Il trittico di personaggi Monostatos-Rommel-Nauzika lascia a bocca aperta nel pensare a negromanti, appassionati di militaria e formose donzelle di cui è popolato il Web attuale. E sono solo parte dell'ecosistema presente nel romanzo...

La trama dell'opera, oltre tutto, non è necessariamente lineare, parlando del tempo e della sua manipolazione, e ciò aggiunge ulteriore originalità all'insieme, dando quella spinta a leggere la pagina successiva che poco alla volta ci porta all'ultima. Se c'è un'affermazione che può essere fatta su "I senza-tempo" è che si fa leggere con interesse, scusate se è poco, con il tipo di narrativa fantastica che circola al giorno d'oggi.

Allora, sempre voi ben attenti che stavate già pensando all'arma da botta medievale di cui si parlava sopra, sicuramente avrete in serbo altre domande argute del tipo: "dov'è la guerra di religione citata all'inizio? Possibile che non ci sia nemmeno un po' di negatività nell'aria? Diamoci dentro per Diana!"

Sarete subito accontentati.

"I senza-tempo" ha ridato fiato all'antica e forse eterna lotta tra Originalisti e Puristi della fantascienza. I primi cercano la novità, ciò che ancora non è stato scritto, vogliono l'eccitazione dell'avventura e il futuro o passato non visti né immaginati. I secondi difendono a spada tratta la scienza interpretata alla luce dell'evoluzione tecnica, fino ai confini dello spazio e oltre, in un corpo umano, alieno o metallico che sia. Se parlassimo di culinaria, gli Originalisti si lancerebbero in un tour forzato del Vietnam per gustare il pollo e zenzero in salsa di caramello, mentre i puristi si siederebbero davanti a un piatto di strozzapreti soddisfatti della propria esistenza su questo mondo terreno.

Gli Originalisti del nostro gruppo hanno gridato al miracolo nell'avere "I senza-tempo" tra le mani. I Puristi si sono limitati a dare una spolverata al dogma imperituro contro cui sbatteranno sempre i loro avversari, riassunto nella domanda diretta e cruda "Questa è fantascienza?"

A parte la difficoltà di dare una definizione soddisfacente al termine fantascienza, trovandomi nel mezzo tra le due sette, beatamente assiso tra gli Agnostici cresciuti con autori tradizionali come David Gerrold, Frederik Pohl, Larry Niven (taccio del totem Asimov) e distruttori della tradizione e innovatori come William Gibson o dissacratori come Douglas Adams, ho cercato di analizzare la questione da un punto di vista oggettivo che non dia peso negativo o positivo all'inclusione nel genere "fantascienza" appartenente alla classe "letteratura fantastica".

Usando questo metro di giudizio, se proprio bisogna porsi la domanda, comunque non obbligatoria sebbene interessante, se "I senza-tempo" sia un romanzo di fantascienza, indipendentemente da quanto previsto dal bando Urania, la risposta che posso darmi in piena onesta è no, non lo è, tanto che lo classificherei tra le opere di science fantasy, dove l'aspetto tecnologico-futuristico è solo uno spunto per raccontare la storia sottostante.

Dopo avere terminato di leggere l'opera di cui mi occupo in questo breve scritto, l'autore a cui l'avrei accostata, se non avessi saputo di Alessandro Forlani, sarebbe stato sicuramente il Valerio Evangelisti prima maniera, al suo inizio del ciclo di Eymerich. Buona letteratura fantastica, ambientazioni originali, ottimo stile, ma pur sempre non rientrante nel genere fantascienza di tipo classico.

Del resto, non considero fantascienza neppure la storia alternativa che pure ha prodotto ottime opere e a stento vi inserisco lo steam punk. Ne "I senza-tempo" c'è troppo horror, troppo fantasy, troppo altro perché lo si possa definire fantascienza.

Credo che gli stessi curatori della collana in Mondadori siano coscienti di questo fatto, espresso in maniera abbastanza esplicita nell'immagine di copertina.

È un male? Se non siete dei Puristi, assolutamente no. Potrete comunque godervi una sana lettura fantastica di buona qualità e vivere felici.

Gianluca Turconi

P.S. Se non avete mai provato il pollo e zenzero in salsa di caramello o addirittura non conoscete gli strozzapreti, non sapete cosa vi perdete!

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