Versioni eretiche del Sacro Graal

a cura di Demian Loki

Le rivisitazioni esoteriche, mitologiche e narrative del mito del Sacro Graal, con particolare riferimento ad Atlantide e al pantheon celtico

Nessun oggetto magico o leggendario ha colpito l'immaginazione come il Sacro Graal.

Si tratta senza dubbio di un mito suggestivo che è riuscito a scavare fino ai più profondi recessi dell'inconscio collettivo. Ogni nuova rivelazione su questo oggetto mistico è in grado di produrre dei bestseller, sia che si tratti di scoperte sulla sua presunta ubicazione sia che si faccia riferimento a teorie sul Sangue Divino e i suoi presunti discendenti.

Il Sacro Graal, a sinistra, in una rappresentazione dei Tarocchi, immagine in pubblico dominio, fonte Wikimedia Commons, utente Rosenzweig

Il Sacro Graal, a sinistra, in una serie di antiche carte da gioco.

Inteso come metafora merovingia o manufatto materiale, magnetizza sempre l'attenzione di una larga fetta di pubblico.

Si possono ipotizzare diverse spiegazioni per questo fenomeno: l'alone avventuroso legato alla saga Arturiana, un genuino bisogno di spiritualità concretizzata in un oggetto materiale che sarebbe tramite tra l'umano e il divino oppure, in ultima analisi, potrebbe essere una consapevolezza subconscia che esista un oggetto dai poteri soprannaturali, forse pericoloso.

Ora voglio esporvi una breve carrellata di interpretazioni graaliane derivanti da società segrete o da teorie ufologiche.

Cominciando da queste ultime.

C'è chi ha visto nel Graal un autentico disco volante.

John Michell, in The Holy Graal restored del 1967, ipotizza che il Graal sia un UFO che periodicamente giunge sul nostro mondo, ispirando saggezza arcana a chi lo avvista.

Secondo lo scrittore Fanthorpe P., il Graal sarebbe giunto sulla Terra portato da alieni, il suo possesso permetterebbe di accumulare un immenso tesoro grazie alle energie sconosciute che emanerebbe.

All'inizio del novecento, l'erudito esoterista A.E. Waite ipotizzò il legame tra il Graal e i Tarocchi, identificando le quattro reliquie del Graal (calice, lancia, piatto, spade) con i quattro semi dei Tarocchi, ovvero coppe, bastoni, spade, denari.

I primi dieci Tarocchi elaborerebbero il cammino spirituale simboleggiato nella ricerca arturiana, fino al raggiungimento del Graal che rappresenterebbe una precisa pratica mistica ovvero un sistema per avere una reale transustanziazione durante la Messa e poter così conoscere la beatitudine divina.

Di altro tenore furono le teorie sorte anni dopo, impastate di aspetti geopolitici e razzisti che ben poco hanno da spartire con il Graal.

Alcune fonti Web, comunque non troppo attendibili, riferiscono di una società segreta sorta in Germania, fondata da un certo Koch, un cavaliere templare forse rinnegato.

Ricordiamo che il nome assomiglia molto al misterioso Kyot, istruito dall'astrologo Flegetanis, che fu informatore di Wolfram Von Eschembach in merito al Graal. Questo cavaliere avrebbe avuto visioni della dea Isais, in cui ella gli avrebbe ordinato di custodire il Graal.

Grazie alle rivelazioni di Isais, Koch sarebbe entrato in possesso di tale pietra o cristallo di colore nero-violetto, in parte in quarzo e ametista, la cui immane energia, scoperta e utilizzata ad Atlantide, avrebbe permesso l'annullamento della forza di gravità e i viaggi transdimensionali.

Oltre al cristallo, con l'ordine di nascondere tutti i preziosi reperti nel massiccio dell'Untersberg, la dea consegnò a Koch lo specchio di Ishtar che donerebbe la possibilità al possessore di scrutare le Altre Dimensioni e la Lancia di Odino che aprirebbe un varco tra questa e le Superiori Dimensioni.

La Pietra Nera sarebbe stata avvolta dai lunghi capelli che l'Entità si sarebbe tagliata per fungere da trasmittente psichica ed entrare in contatto con Agarthi e con il Re del Mondo.

Si vede in questo caso la confusione generata dalla Rete sugli argomenti esoterici, essendovi mischiati miti provenienti da epoche e luoghi diversi e distinti.

Comunque è interessante notare le similitudini tra il Graal, la Pietra Nera e il Cristallo di Luce, o Tuaoi, il cristallo primordiale che permetteva alla mitica civiltà Atlantidea, per mezzo delle sacerdotesse della luce, di dare tangibile realtà ai pensieri umani. Della Pietra Tuaoi o Terribile Cristallo parla anche Edgar Cayce, il celebre sensitivo di inizio XX secolo.

In altre teorie, il Graal viene identificato con la pietra filosofale, lapis philosophorum, cercata dagli alchimisti medievali.

Molto interessante è anche il collegamento fatto dallo scrittore Mariano Bizzarri, ne Sulle tracce del Graal, tra la Coppa e la mitologia celtica.

In questo caso, però, si tratta di una ricostruzione del pantheon celtico piuttosto infera.

In effetti, bisogna riconoscere che nella mitologia celtica, del resto conosciuta frammentariamente, ci sono molti aspetti oscuri.

La pratica dei sacrifici umani, la presenza di figure come i Formor (mostri rettiloidi abitanti in Irlanda prima dell'arrivo dei Pitti), i Tuatha De Annan, sorta di semidèi giunti dalle stelle, le leggende sul Piccolo Popolo abitante nel sottosuolo, che spesso rapivano neonati umani sostituendoli ai loro.

Bisogna inoltre rilevare come nel calendario celtico fossero assenti festività legate al solstizio solare, come avviene in quasi tutte le civiltà. Non per nulla, le principali ricorrenze celtiche divennero importanti per le celebrazioni degli stregoni: la Notte di Valpurga, Halloween, ecc.

Bizzarri nota come la principale triade divina celtica fosse formata da divinità infere: Cernunnos o Lug, Keridwen e Dagda.

Rappresentazione su pietra del Dio Cernunnos, rilasciata sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported, fonte Wikimedia Commons, utente Frieda

Rappresentazione su pietra del Dio Cernunnos.

Erano tre divinità ctonie che ottennero il potere dopo aver usurpato il trono della divinità primordiale, il Dispater. Questo mito ha paralleli in molte culture: presso i Greci, Crono viene spodestato dai suoi figli, i Titani.

Eppure, in ogni mito primordiale, il dominio caotico dei Titani o dei Giganti viene sostituito da una divinità solare, come nel caso di Zeus o Marduk.

Nella religione celtica, questo non accade...

Secondo molti autori, i Titani simboleggerebbero la crudele monarchia dei re di Atlantide. Quindi il culto celtico reclama una continuità con l'epoca più tenebrosa di Atlantide.

Vediamo ora in dettaglio le caratteristiche di queste divinità e il significato della Coppa nella loro simbologia.

Cernunnos o Lug, detto anche il Dio Cornuto, era in particolare il nume tutelare dei boschi sacri, quelli dove avvenivano i rituali più cruenti.

Divinità di difficile classificazione, associa elementi sia di Pan sia di Crono, collegato a Saturno, pianeta solitamente considerato infausto.

Keridven è una figura più complessa, dea sia della luna sia della guerra, rammenta sotto molti aspetti la figura di Persefone, signora degli Inferi.

Ricordiamo che le divinità lunari presentano spesso un triplice aspetto, in accordo con le fasi lunari, quindi aspetti luminosi e oscuri, oltre al fatto di essere sempre associate alla magia "lunare", cioè la magia legata alle illusioni e alle apparizioni spettrali.

Uno degli aspetti di Keridven è la dea Morrigan, regina oltretombale il cui simbolo è un cavallo.

In antico celtico cavallo si diceva Mare, da cui night-mare, incubo in inglese.

Il terzo nume della fosca trinità celtica è Dagda, signore infernale che si accoppiava con Keridven in occasione del Samhain, l'attuale Halloween, nella notte in cui i confini tra i mondi dei vivi e dei morti diventavano più labili.

Tutte e tre le divinità possedevano un calderone magico, in grado di donare abbondanza e lunga vita.

A un livello interpretativo più sottile, la coppa di Keridven o il calderone di Dagda erano le porte attraverso cui le anime passavano per raggiungere il loro regno.

La coppa del Graal, secondo molti ricercatori, sarebbe la rielaborazione medievale del calderone associato agli Dei ctonici dei celti.

Di conseguenza, il Graal sarebbe una sorta di varco per gli Inferi.

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