Braccati

romanzo di fantascienza

Braccati, romanzo di fantascienza di Eleonora Pescarolo

Titolo: Braccati
Autore: Eleonora Pescarolo
Genere: Fantascienza
Costo: Euro 1,99 (versione eBook) - 14,00 (cartaceo)

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Anteprima

«Cherry, scansione della nave per forme di vita» ordinò alla nave attraverso il comunicatore, il quale proiettò un modello tridimensionale della Ruvak. «Dimensione minima: macrofaran. Escludi impronta morfologica di Ireen Devar e di Korrar Tammon.»

Due puntini luminosi cominciarono a brillare in quella che era indicata come la zona di carico. Il tannar e l'altro schiavo si trovavano vicino all'adorata cassa di vraas.

«Cherry, sblocca solo la porta che conduce alla zona di carico. Blocca di nuovo la porta della cabina di pilotaggio.»

Risuonò un altro bip, seguito da un rumore metallico alle sue spalle. Avanzando per prima, Ireen Devar si mosse lungo il corridoio che costituiva la spina dorsale della sua Ruvak. Oltrepassò le porte delle cuccette, dei bagni e della sala comune, diede un'occhiata veloce al varco laterale che portava alla piccola cucina, alla dispensa e all'infermeria e procedette lungo il corridoio principale. Controllò il portellone, ora chiuso, che portava alla sottostante sala macchine e quello che conduceva alle soprastanti navette di trasporto e salvataggio. Soddisfatta, arrivò alla zona di carico.

Come si era aspettata, il tannar se ne stava seduto sopra la cassa di vraas, al centro dell'ampio spazio. Lo schiavo umano stava in piedi accanto a lui, la pistola carica puntata contro Ireen e Korrar.

«Pensavo avessimo un accordo, Capitano Devar» disse il tannar, scuotendo la testa e schioccando la lingua sottile.

La bashara prese la mira, l'indice premuto sul grilletto. «E io pensavo di essere stata ben chiara sul fatto che non prendo accordi con gli schiavisti.»

«Non va bene, Capitano» proseguì il tannar. «Potrei dover essere costretto a mettere al vostro collo uno di questi.» Indicò il collare alla gola dello schiavo.

Ireen sentì un brivido di rabbia farsi strada lungo la schiena. «Come se con me funzionassero» replicò lei, scandendo ogni singola parola.

Il tannar le rivolse uno sguardo contrariato. «Non esiste specie in grado di ribellarsi ai comandi spinali, nemmeno la tua. I bashara sono schiavi per un buon motivo: possono essere controllati.»

«Non sono una bashara qualunque» disse lei. «Infatti ora sono una persona libera.»

Lo schiavista la scrutò a lungo. Gli occhi neri si strinsero e si persero nel vuoto per qualche istante, poi quell'essere viscido proruppe in una risata. «È vero. Non sei una bashara qualunque. E proprio per questo sia tu che il tuo copilota mi frutterete una fortuna. Dico bene, Na'ra

Ireen Devar sorrise. Un sorriso gelido, crudele. «Noto con piacere che hai letto i miei file nella Rete» commentò, senza tradire alcuna emozione. «Ma c'è una cosa che quei file non dicono: nessuno può minacciarmi o tenermi braccata a bordo della mia nave e vivere abbastanza a lungo per raccontarlo.» Sparò un unico colpo, centrando lo schiavista al centro della fronte.

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