C'è acqua sulla Luna. E non è fantascienza

a cura di Gianluca Turconi

La scoperta di depositi di ghiaccio d'acqua sulla Luna non è una novità, in quanto già nel 2009 ne furono rivenute tracce presso i poli lunari. Tuttavia la conferma dell'esistenza di acqua ghiacciata nelle zone d'ombra dei crateri sulla faccia della luna illuminata dal Sole apre una serie incredibile di nuove possibilità per la colonizzazione del nostro satellite, al confine tra scienza e fantascienza.

La luna - Immagine rilasciata sotto Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported - Fonte Wikimedia Commons, utente GHRevera

La Luna in apparenza arida ha in serbo molte sorprese.

Gli scienziati hanno infatti confermato l'esistenza di sacche d'acqua ghiacciata grandi come una moneta nelle zone d'ombra dei crateri lunari.

In mancanza di un'atmosfera significativa capace di isolarla dalla luce del sole, si era assunto in precedenza che la superficie della luna fosse arida, almeno fino agli anni '90, quando sonde orbitali trovarono tracce di ghiaccio in grandi e inaccessibili crateri nei pressi dei poli del nostro satellite.

A partire dal 2009 e definitivamente nel 2018, quella presenza di ghiaccio fu confermata. Ora, i ricercatori riportano, in due nuovi studi, la presenza d'acqua in cosiddette "trappole fredde", zone dei crateri più grandi perennemente all'ombra, nonostante si trovino sulla faccia della luna illuminata dal sole.

"Se potete immaginare di trovarvi in piedi nei pressi di uno dei poli lunari, vedrete ombre ovunque" ha dichiarato Paul Hayne, uno degli autori di questi studi, assistente professore al Laboratorio di Fisica Atmosferica e Spaziale all'Università del Colorano a Boulder, negli USA. Ha inoltre aggiunto che molte di quelle ombre potrebbero essere piene di ghiaccio.

Trovare l'acqua sulla Luna

In un altro studio, i ricercatori guidati da Casey Honniball del NASA Goddard Space Flight Center nel Maryland, ha ricercato l'acqua servendosi dei dati provenienti dal telescopio aereo SOFIA della NASA (Stratospheric Observatory For Infrared Astronomy). Grazie a quelle osservazioni, gli scienziati hanno rilevato la presenza dell'acqua sulla superficie lunare illuminata dal sole.

I lavori precedenti che avevano scoperto l'acqua si basavano sulla firma spettrografica, il "codice a barre" distintivo che gli scienziati usano per identificare i diversi materiali. Si tratta in pratica di una riflessione sotto forma di lunghezza d'onda. Tuttavia, sfortunatamente, quel genere di dati non è in grado di distinguere tra l'acqua vera e propria e l'ossidrile, la molecola di ossigeno e idrogeno che spesso si lega ai minerali presenti sulla Luna.

Attualmente, invece, i ricercatori sono stati in grado di rilevare la firma inequivocabile dell'acqua nei pressi del Cratere Clavius, uno dei crateri più grandi sulla Luna, alla bassa latitudine del Mare Serenitatis. Si suppone che quest'acqua sia racchiusa tra i granelli della superficie lunare così da essere protetta dall'ambiente circostante.

Il ritrovamento dell'acqua molecolare potrebbe aumentare le possibilità della NASA di creare una base lunare.

Infatti, Honniball ha dichiarato: "La quantità di acqua rilevata può essere fatta corrispondere all'incirca a una bottiglia da un terzo di litro per metro cubico di suolo lunare".

Il suo collega della NASA Jacob Bleacher ha dichiarato che i ricercatori devono ancora comprendere la natura di questi depositi d'acqua. Li aiuterebbe a determinare quanto potrebbero essere accessibili per i futuri esploratori lunari.

Altri esperti affermano che il ghiaccio d'acqua potrebbe essere alla base di una futura economia lunare, una volta che si sia scoperto come estrarlo in grande quantità.

L'esistenza dell'acqua sulla Luna ha anche importanti implicazioni per le future missioni sul nostro satellite, in quanto potrebbe essere trattato e utilizzato per bere oppure separato in idrogeno e ossigeno usando il primo come propellente dei razzi e il secondo per respirare.

Concept art di una possibile base lunare - Immagine rilasciata in pubblico dominio - Nasa

Concept art NASA di una possibile base lunare.

Sarebbe molto più economico produrre il propellente direttamente sulla Luna anziché trasportarlo dalla Terra. Così, quando i futuri esploratori lunari volessero tornare sul pianeta natio o allargare l'esplorazione ad altri mondi, potrebbero separare l'acqua nei suoi due componenti di base da utilizzare per rifornire le navi spaziali.

Comunque, estrarla da bui e ripidi crateri polari, in cui difficilmente la temperatura sale sopra i meno 230 gradi centigradi, è certamente un'attività pericolosa.

"All'opposto, grandi quantità di acqua sotto forma di ghiaccio in aree a latitudini inferiori e sulla faccia della Luna esposta al Sole sarebbero decisamente più accessibili per l'estrazione" dice Ian Crawford, professore di scienza planetaria e astrobiologia a Birkbeck, University of London.

Rimangono in sospeso alcune domande. Una è in quale forma l'acqua esista. Una possibilità è che essa sia dissolta dentro il "vetro" lunare, creato quando i meteoriti colpiscono la superficie della Luna. In alternativa, piccoli cristalli di ghiaccio potrebbero essere distribuiti tra i granelli di suolo lunare. La seconda forma sarebbe molto più facile da estrarre.

Un'altra domanda fondamentale è quanto in profondità si estendano queste nuove fonti d'acqua la cui esistenza è stata appena confermata. Se fosse limitata solamente a pochi micron o millimetri della superficie lunare, la sua importanza pratica sarebbe molto limitata, sebbene creerebbe comunque molte interessanti domande scientifiche da cui partire per altri approfondimenti.

In ogni caso, l'acqua esiste davvero sulla Luna e, poca o tanta che sia, dimostra inequivocabilmente che lontano dalla Terra è presente questo elemento fondamentale per la vita come noi la conosciamo.

Fonti e letture consigliate

https://www.bbc.com/

https://www.space.com/

https://www.theguardian.com/

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