Enrico VIII e la Guerra dei Libri

a cura di Susan Doran

traduzione italiana a cura di Gianluca Turconi

Enrico VIII fu educato come un cattolico devoto. Prima di diventare re, aveva in suo possesso una pergamena di preghiera contenente miniature della Trinità, il Cristo crocifisso, gli Strumenti della Passione e diversi santi martiri. Le preghiere in latino erano poste su ogni lato delle immagini, insieme a rubriche (istruzioni) in inglese che spiegavano come le preghiere potessero offrire protezione dai pericoli terreni o la riduzione del tempo in Purgatorio. Testi sacri di questo tipo erano comuni come parte delle pratiche devozionali nell'Inghilterra tardo-medievale. I proprietari delle pergamene recitavano le preghiere, contemplavano le immagini e toccavano l'oggetto materiale per avvicinarsi al divino e guadagnare la ricompensa celeste nell'aldilà. L'iscrizione di Enrico sulla pergamena di preghiera suggerisce che l'usasse per questi scopi sacri e accettasse gli insegnamenti teologici che vi erano dietro.

Enrico VIII - Immagine in pubblico dominio, fonte Wikimedia Commons, utente Soerfm

Enrico VIII.

Il culto cattolico di Enrico era tipico dell'epoca. Insieme alla pergamena di preghiera, egli credeva anche che l'acquisto di indulgenze papali potesse perdonare il peccato e abbreviare il tempo in Purgatorio; una pratica popolare in quei tempi. Nel 1521 lui e Caterina d'Aragona ricevettero un'"indulgenza plenaria" da Papa Clemente VII, legata al fatto che compissero un pellegrinaggio annuale a un importante santuario. Quando la protesta di Martin Lutero contro la vendita delle indulgenze scatenò la Riforma tedesca, Enrico difese la pratica nella sua confutazione, "Difesa dei sette sacramenti".

La British Library possiede anche un altro testo che mette in luce la pietà di Enrico: un Libro delle Ore che ha messaggi segreti scambiati tra Enrico e Anna Bolena scritti a margine. I Libri delle Ore erano testi sacri comuni per l'uso dei laici. Come compendi di preghiere e testi devozionali, i libri avevano al loro centro l'"Ufficio della Vergine Maria", preghiere rivolte alla Madre di Cristo e recitate ogni giorno a otto ore fisse. Maria, si sperava, avrebbe agito come intercessore tra il proprietario e Dio. Le pagine erano spesso splendidamente illustrate dai migliori artisti dell'epoca. Quelle per la nobiltà erano riccamente decorate con preziose foglie d'oro e lapislazzuli. Ma, in qualche momento intorno al 1528, Anna ed Enrico impiegarono il suo libro per scopi meno spirituali. Ai piedi del foglio che mostra l'Uomo dei Dolori, Enrico incise in francese un messaggio d'amore per Anna: "Se nelle tue preghiere ricorderai il mio amore con la stessa forza con cui io ti adoro, difficilmente sarò dimenticato, perché io sono tuo. Henry R. per sempre". Anna scelse di scrivere la sua risposta su una pagina che mostrava l'Annunciazione, suggerendo così il suo desiderio e potere di dare un figlio al re. Ella scrisse in inglese: "Ti darò prova quotidiana che possa essere per te sia amorevole sia gentile".

Quando è avvenuta la rottura con la Chiesa cattolica romana?

Le preghiere in questi libri e pergamene sacri tardo-medievali erano spesso in latino per significare che tutti i cristiani occidentali erano parte della Chiesa Cattolica Romana. Tuttavia, Enrico ruppe formalmente con il Papa e la Chiesa Romana dopo che Papa Clemente VII rifiutò di concedergli l'annullamento del suo matrimonio con Caterina d'Aragona in modo che potesse sposare Anna. Il suo appello per l'annullamento era basato sul fatto che la loro unione contravveniva alle scritture, citando il Levitico 20.21, che proibisce a un uomo di sposare la vedova di suo fratello.

Nel 1533 il Parlamento inglese approvò l'Act in Restraint of Appeals che negava la giurisdizione papale in Inghilterra e poneva fine agli appelli dei casi giudiziari a Roma. L'Atto di Supremazia del 1534 riconobbe poi il re come capo supremo della Chiesa in Inghilterra con "pieno potere e autorità" per "riformare" l'istituzione ed "emendare" tutti gli errori e le eresie. Enrico e il suo appena nominato 'Vice Gerente negli Affari Spirituali', Thomas Cromwell, si imbarcarono immediatamente in un programma di riforma. Le ingiunzioni di Cromwell del 1536 e del 1538 attaccarono l'idolatria, i pellegrinaggi e altre "superstizioni". I monasteri minori furono chiusi nel 1536 e i monasteri rimanenti furono sciolti negli anni successivi. Gli uomini e le donne che resistettero alle chiusure furono imprigionati o impiccati.

Anche se Enrico rifiutò la teologia di Martin Lutero della giustificazione per sola fede, accettò l'insistenza del riformatore tedesco sulla supremazia delle Scritture. Dopo tutto, la "Parola di Dio" (Levitico 20.21) aveva giustificato l'annullamento del suo primo matrimonio. Di conseguenza, incoraggiato da Cromwell e dall'arcivescovo Thomas Cranmer di Canterbury, Enrico autorizzò una Bibbia inglese che potesse essere letta dai laici così come dal clero. A quel tempo la migliore traduzione stampata del Nuovo Testamento in inglese era di William Tyndale che era un luterano bruciato sul rogo ad Anversa nel 1536. Tuttavia, il re e i suoi vescovi più conservatori rifiutarono di prendere in considerazione l'idea di pubblicare qualsiasi opera dell'eretico condannato. Invece, altre due Bibbie ricevettero una licenza reale.

La prima era una traduzione della Bibbia completa di Miles Coverdale - la prima del suo genere - che era stata originariamente stampata all'estero nel 1535. Nell'edizione del 1538, quella autorizzata dal re, il frontespizio di Hans Holbein mostra Enrico, affiancato da re Davide e San Paolo, che consegna la Bibbia a un vescovo. La seconda traduzione fu stampata anche all'estero. Il responsabile era presumibilmente un certo Thomas Matthew, così il testo divenne noto come la 'Bibbia di Matteo'. In realtà, Thomas Matthew era uno pseudonimo preso dai nomi di due discepoli di Gesù, Tommaso e Matteo. Questa Bibbia fu effettivamente prodotta da uno dei soci di Tyndale, John Rogers. Dopo la morte del suo amico, Rogers aveva compilato un nuovo testo basato sul Nuovo Testamento stampato da Tyndale e sui manoscritti del Vecchio Testamento; la traduzione di Coverdale fu usata per riempire le lacune.

La Bibbia di Matteo - Immagine in pubblico dominio, fonte British Library

Frontespizio della Bibbia di Matteo nella versione del 1537 stampata ad Anversa.

Nessuna delle due Bibbie era ritenuta del tutto soddisfacente. Così nel 1538 Cranmer e Cromwell incaricarono Coverdale di rivedere la "Bibbia di Matteo" e produrre una traduzione migliore. La nuova opera doveva essere l'unica Bibbia autorevole del regno. In accordo con le ingiunzioni di Cromwell del 1538, fu ordinato di incatenarla ai leggii in ogni cattedrale e chiesa parrocchiale per la lettura comune e pubblica da parte del clero e dei parrocchiani. A causa delle sue grandi dimensioni, il libro divenne noto come la 'Grande Bibbia'. Il suo frontespizio in legno comunicava visivamente la supremazia reale. Ricevendo la Parola direttamente da Dio, il re in trono in cima alla pagina passa il testo sacro della Bibbia ai suoi signori spirituali alla sua destra e ai signori laici alla sua sinistra. Da lì, il verbum dei ('Parola di Dio') scende per essere letto dalla congregazione parrocchiale locale e persino per raggiungere i prigionieri in carcere.

Nuova Bibbia, vecchie dottrine

La Grande Bibbia fu stampata nel 1539. Lo stesso anno Enrico chiarì le credenze della sua Chiesa in "Un atto che abolisce la diversità di opinioni", meglio conosciuto come "L'atto dei sei articoli". Questo statuto stabiliva la posizione di Enrico su alcune delle questioni chiave che dividevano conservatori ed evangelici in Inghilterra. Sebbene cercasse di trovare un percorso tra gli estremi del cattolicesimo romano e del luteranesimo seguendo quella che vedeva come una politica di equilibrio, il re assunse una posizione conservatrice praticamente su tutti i punti controversi. Sulla messa, l'atto affermava la transustanziazione, chiarendo che "dopo la consacrazione, non rimane alcuna sostanza di pane o di vino, né alcuna altra sostanza se non quella di Cristo, Dio e uomo". Altre clausole negavano che la comunione fosse necessaria, sostenevano il celibato clericale, permettevano le messe private (quelle celebrate da un solo prete) e ritenevano necessaria la confessione auricolare. Pochi anni dopo Enrico cambiò un po' la sua posizione. Il "Necessary Doctrine and Erudition for Any Christian Man" del 1543, conosciuto come il "King's Book" (un altro formulario di fede), istruiva i suoi sudditi "ad astenersi dal nominare il Purgatorio" e metteva in dubbio l'efficacia delle preghiere per i morti.

Tuttavia, il libro rifiutava inequivocabilmente la giustificazione per sola fede e riaffermava la transustanziazione, due posizioni che contraddicevano gli insegnamenti di Lutero. Quando il re morì nel gennaio 1547, l'Inghilterra era quindi dottrinalmente cattolica nonostante il rifiuto della supremazia papale. Per quanto riguarda le convinzioni personali di Enrico, egli rimase convenzionalmente pio. Continuò le sue devozioni private in latino; infatti uno degli ultimi libri che commissionò fu un bellissimo salterio latino, scritto e miniato dall'emigrato francese Jean Mallard. Quattro miniature ritraggono Enrico; una di esse lo mostra mentre legge il libro nella sua camera da letto, mentre un'altra lo mostra come Davide che suona l'arpa (come in Samuele I 16,14-23). Evidentemente, egli si identificava con il re teocratico dell'Antico Testamento. Come era sua abitudine, Enrico scribacchiò delle note nel libro. Alcune di esse esploravano temi come il contrasto tra i benedetti e i malvagi, il giudizio divino, la regalità e la vanità dei beni terreni.

Manoscritti devozionali inglesi

Mentre Enrico continuava, sembra, a preferire il latino per i suoi testi sacri, alcuni dei suoi sudditi si rivolgevano a opere in inglese per le loro devozioni. Nel 1539 fu stampata a Londra un'edizione inglese delle Precationes Christianæ ad Imitationem Psalmorum di Wolfgang Capito. Il traduttore era Richard Taverner che stava lavorando per Cromwell durante gli anni '30 del XVI secolo e traduceva opere sia di Erasmo sia dei luterani. Un manoscritto contenente una selezione di salmi e preghiere dalle Precationes tradotte era di proprietà di Anne, contessa di Hertford, che era la seconda moglie del cognato di Enrico, Edward Seymour che sarebbe stato nominato primo duca di Somerset e Lord Protettore alla morte del re. Conosciuto come 'il libro di preghiere di Taverner', il piccolo libro è riccamente decorato su ogni pagina con un bordo a tutta pagina in colori e oro, mentre piccole iniziali miniate segnano l'inizio di ogni preghiera e salmo. Estratti dalla traduzione di Taverner furono anche raccolti in un libro di preghiere manoscritto di proprietà della pronipote di Enrico, Lady Jane Grey, che divenne nota per la sua pietà protestante durante il successivo regno. Le preghiere, tuttavia, non affermano alcuna particolare posizione confessionale. Sono incluse alcune preghiere tradizionaliste, ma in nessuna di esse si fa riferimento al Purgatorio.

Frontespizio della Grande Bibbia, probabilmente copia personale di Enrico VIII - Immagine in pubblico dominio, fonte British Library

Frontespizio della Grande Bibbia, probabilmente copia personale di Enrico VIII.

L'ultima moglie di Enrico, Katherine Parr, condivideva le tendenze riformiste della sua amica, la contessa di Hertford. Quasi certamente ebbe un'influenza spirituale sia sulla figlia minore del re, Elisabetta, sia su Lady Jane Grey, quando entrambe trascorsero del tempo nella sua casa. Katherine scrisse diverse opere devozionali mentre era regina. La sua rielaborazione del De Imitatione Christi di Thomas à Kempis (da un'edizione inglese) fu stampata nel 1545 con il suo nome (il primo libro stampato con il nome di una donna in inglese). Per complimentarsi con la matrigna, la dodicenne Elisabetta diede al re la propria traduzione trilingue (latino, francese e italiano) dell'opera come regalo di Capodanno del 1546.

Spianare la strada al protestantesimo

La Riforma di Enrico VIII aveva iniziato un attacco agli oggetti sacri, come le reliquie dei santi e i santuari. Anche alcuni testi sacri furono deturpati o distrutti, specialmente quelli che veneravano i papi o San Tommaso Becket che si era opposto al re Enrico II. Molti manoscritti e libri delle biblioteche monastiche furono distrutti o dispersi durante le dissoluzioni, anche se l'antiquario John Leland riuscì a raccoglierne e conservarne un gran numero per il re. Nonostante questo, i testi sacri rimasero una parte importante della cultura religiosa inglese. Infatti ne cominciarono ad apparire di più in inglese e naturalmente entrarono in circolazione diverse Bibbie inglesi. Tuttavia, per coloro che erano evangelici o protestanti, le opere non contenevano alcuna menzione del Purgatorio e non erano da trattare come oggetti sacri in sé. Si stava spianando il terreno per il protestantesimo completo introdotto alla morte di Enrico dall'arcivescovo Cranmer e dal Lord Protettore Somerset.

Notizie sull'autore

Susan Doran è professore di storia moderna all'Università di Oxford e Senior Research Fellow al Jesus College, Oxford, e St Benet's Hall, Oxford. È specializzata in alta politica, religione e cultura dei secoli XVI e XVII. Ha curato il catalogo della mostra della British Library Henry VIII: Man and Monarch nel 2009, e il suo libro Elizabeth I and her Circle è apparso nel 2015. Da allora sta lavorando sui primi anni del regno di Giacomo I.

Licenza del testo e altre informazioni di copyright

Il testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0 International, © Susan Doran. Traduzione italiana © 2022, Gianluca Turconi.

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