Il realismo sociale della scrittrice britannica Jane Austen

a cura di Kathryn Sutherland

traduzione italiana a cura di Gianluca Turconi

Jane Austen viveva in un'epoca in cui la lettura dei romanzi era diventata una delle principali forme di intrattenimento per la classe media. Le nuove opere erano proibitivamente costose da comprare, ma c'erano vari metodi per condividere e prendere in prestito le ultime fiction attraverso circoli letterari, abbonamenti a biblioteche e club di lettura. Anche se ampiamente letto, lo status del romanzo non era comunque elevato.

Ritratto di Jane Austen - Immagine in pubblico dominio - Fonte Wikimedia Commons

Ritratto di Jane Austen (ca. 1810) realizzato dalla sorella Cassandra.

La narrativa riversata dalle macchine da stampa, come racconti di avventura, mistero e intrighi, aveva spesso ambientazioni improbabili e trame goffe che conducevano il lettore da un avvenimento sensazionale all'altro. Altrettanto spesso i romanzi avevano titoli bizzarri, come Anna: o Memorie di un'ereditiera Welch, intervallate da Aneddoti di un Nabob (1785), di Anna Maria Bennett, di cui una recensione contemporanea scriveva: "In alcune parti gli avvenimenti sono al limite della credibilità e il linguaggio è generalmente scorretto". Le popolari finzioni 'gotiche' di Ann Radcliffe, con cui si divertono Catherine Morland e Isabella Thorpe ne L'abbazia di Northanger, e Harriet Smith in Emma, occupavano la fascia alta del mercato. In The Mysteries of Udolpho (1794), l'eroina di Radcliffe, la sensibile e romantica Emily St. Aubert, viene imprigionata dallo zio malvagio in un castello italiano dove subisce numerosi spaventi prima di riuscire a fuggire.

Reagire contro la stravaganza e la sensazione

Jane Austen ha divorato avidamente questa narrativa pulp, ma ha anche reagito criticamente a essa scrivendo i suoi romanzi. La sua parodia Plan of a Novel according to Hints from Various Quarters, scritta nel 1815-1816, intorno all'epoca della pubblicazione del suo Emma, ne deride la stravaganza. Il Piano (una ricetta su come non scrivere un romanzo) ha diversi bersagli specifici tra i bestseller dell'epoca. Tra questi, Self-Control di Mary Brunton (1810) è il più interessante perché è un romanzo a cui Austen si riferisce in molte delle sue lettere quando parla del tipo di opera contro cui sono scritti i suoi romanzi (vedi, per esempio, la lettera ad Anna Lefroy, 24 novembre 1814). In Self-Control, l'eroina Laura Montreville (si noti ancora una volta il nome romantico, dal suono non inglese, così diverso da quelli delle eroine di Austen) subisce esperienze terribili nel tentativo di eludere il lascivo e malvagio Colonnello Hargrave. Viaggia dalla Scozia a Londra, viene rapita, resiste a una pericolosa traversata verso il Canada e infine fugge in canoa da una banda di indiani d'America.

Jane Austen ha commentato specificamente i suoi romanzi in relazione a questo tipo di scrittura stravagante e romantica:

Non potevo che sedermi a scrivere un romanzo serio, per salvare la mia vita. E se fosse stato indispensabile per me continuare come gli altri autori e non rilassarmi mai a ridere di me stessa o di altre persone, sono sicura che mi sarei impiccata prima di aver terminato il primo capitolo. - No - devo mantenere il mio stile e andare avanti a modo mio. E anche se non dovessi riuscirci, sono convinta che fallirei totalmente in qualsiasi altro modo.
(1° aprile 1816, a James Stanier Clarke, appassionato lettore di storie d'amore).

Descrivere la vita ordinaria

Al contrario, fin dall'inizio, i suoi lettori hanno visto che Jane Austen faceva qualcosa di nuovo con il romanzo d'amore, che lo usava per descrivere la realtà possibile e il tipo di persone che si potevano davvero conoscere. Le storie delle sue eroine si svolgono all'interno dei regni del possibile. Sono ambientate nel sud dell'Inghilterra, in luoghi e in un paesaggio che Austen conosceva bene. Come suggerito dallo scrittore Walter Scott, le sue trame sono minime e le avventure in cui le sue eroine si imbattono non sono altro che le esperienze dei suoi lettori: preparativi per una danza, una gita al mare, un picnic. Austen ha usato la narrativa per descrivere la realtà sociale nel suo tempo e nella sua classe (le classi nobili e professionali dell'Inghilterra meridionale all'inizio del XIX secolo). Così facendo, ha potuto introdurre qualcosa di più vicino alla morale reale nel descrivere la gamma di relazioni umane che noi tutti probabilmente incontreremmo nella vita quotidiana. I suoi temi sono il comportamento dei genitori nei confronti dei figli, i pericoli e i piaceri dell'innamorarsi, del fare amicizia, dell'andare incontro ai vicini di casa e soprattutto della discriminazione tra chi ci vuole bene e chi no.

Il realismo sociale di Jane Austen include la sua comprensione del fatto che la vita delle donne all'inizio del XIX secolo fosse limitata nelle opportunità, anche tra la nobiltà e l'alta borghesia. Lei capisce che il matrimonio è la migliore via delle donne verso la sicurezza finanziaria e il rispetto sociale. Molti degli eventi cruciali delle sue storie si svolgono all'interno, nello spazio femminile del salotto. Spesso le sue trame vanno avanti tramite conversazioni ascoltate. Scrive alcune delle conversazioni più naturali e realistiche della letteratura. I pettegolezzi costituiscono gran parte della trasmissione di notizie e, nelle sue piccole comunità chiuse, tutti sono un pettegolezzo.

Frontespizio di "Orgoglio e Pregiudizio" - Immagine in pubblico dominio, fonte Wikimedia Commons

Frontespizio di "Orgoglio e Pregiudizio" (Pride and Prejudice), il capolavoro immortale di Jane Austen.

Risposte contemporanee

"C'è a stento un avvenimento o una conversazione, o una persona che non si è inclini a immaginare di aver visto, in un momento o nell'altro della nostra vita, o di essersi trovati nei suoi panni oppure aver conosciuto", ha osservato un lettore, le cui impressioni Austen registrò in Opinions of Mansfield Park. Il romanziere suo contemporaneo Walter Scott, recensendo Emma nel 1816, lo descrisse così: "si tiene vicino agli avvenimenti comuni e a personaggi come quelli che occupano i normali percorsi della vita" e, continuò, "Emma ha ancora meno trama dei romanzi precedenti di Jane Austen". Questo può sembrare uno strano tipo di complimento, ma Scott lo intendeva come la lode più alta. Dieci anni dopo, nel marzo 1826, scrisse nel suo diario: "Ho letto di nuovo e per la terza volta il romanzo Orgoglio e Pregiudizio della signorina Austen. Quella giovane donna aveva il talento di descrivere i coinvolgimenti, i sentimenti e i personaggi della vita quotidiana, che per me è la più bella che io abbia mai incontrato".

Combinare realismo, romanticismo e commedia

Dire che Austen è realista come scrittrice non è esattamente come dire che descriva la società così com'è veramente. I suoi romanzi sono anche commedie romantiche. Romanzo dopo romanzo, l'amore e la fortuna vincono e il futuro è perfetto per la bella e giovane coppia la cui unione è finalmente confermata nelle ultime pagine. Questo accade nonostante il fatto che molte coppie sposate siano ritratte come inadatte o ridicole (si pensi ai signori Bennet in Orgoglio e Pregiudizio o ai signori Elton in Emma). Il realismo è uno strumento letterario che rifiuta l'evasione e la stravaganza per produrre un'illusione realistica e non una traduzione diretta della realtà.

Notizie sull'autore

Kathryn Sutherland è Professore di Lingua Inglese al St. Anne's College, Università di Oxford. I suoi interessi di ricerca includono scritti del periodo romantico, l'illuminismo scozzese, la teoria dei testi e Jane Austen. Attualmente dirige un progetto di ricerca dell'AHRC: Manoscritti di narrativa di Jane Austen: una versione digitale e una stampata (che sarà pubblicata dalla Oxford University Press).

Licenza del testo e altre informazioni di copyright

Il testo è rilasciato sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0 International, © Kathryn Sutherland. Traduzione italiana © 2019, Gianluca Turconi.

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