La Fanteria dell'Aria - I paracadutisti del generale tedesco Kurt Student - Seconda Parte

di Gianluca Turconi

La vita del generale tedesco Kurt Student e la sua opera per la costituzione e l'utilizzo bellico di un corpo di paracadutisti. Analizziamo come nacquero le unità d'élite che avrebbero potuto costituire uno dei grandi punti di digressione nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Seconda parte.

  1. Prima parte (La vita, le opere e le riforme di Kurt Student fino all'inizio della Seconda Guerra Mondiale)
  2. Seconda parte (Questa pagina)

Arriva l'ora decisiva

Ci vollero altri cinque mesi, tra rinvii e sospensioni, prima che l'ordine d'attacco fosse confermato definitivamente. Il 10 Maggio 1940 era giunta l'ora anche per l'Olanda, il Belgio e la Francia di assaggiare la potenza tedesca. Nelle prime ore di quel giorno, 4.000 paracadutisti della 7a divisione vennero lanciati esattamente sopra la ridotta nazionale che gli olandesi credevano di poter difendere in attesa dell'arrivo dei francesi. Amsterdam, Rotterdam e l'isola di Dordrecht videro arrivare dal cielo quegli uomini armati appesi a precari e dondolanti sacchi di seta. La sorpresa fu completa. Più volte durante la mattinata il comando olandese riferì agli Alleati di essere riuscito a riprendere il controllo dei punti chiave della linea difensiva, ma fu solo un'impressione. Gli aerei del Generale Kesselring fornirono quell'appoggio logistico per il quale Student aveva tanto lavorato, garantendo un rifornimento continuo alle truppe che consolidarono le teste di ponte, mentre il gruppo di armate B di Von Bock avanzava indisturbato in loro aiuto nel resto del paese, abbandonato al suo destino per seguire una strategia rivelatasi errata. Alla sera, ciò che doveva durare quattro giorni era stato virtualmente conquistato, senza che nessuna delle cariche esplosive che erano state poste sulle dighe fosse stata innescata. Quattro giorni dopo (14 Maggio) l'esercito olandese capitolava.

Ancora maggiore fu lo sgomento dei francesi quando seppero che i tedeschi stavano transitando indisturbati sui ponti di Veldwezelt e di Vroehhoven, proprio davanti a Eben-Emael. Cosa era successo alla guarnigione del forte? Perché non impediva al nemico l'attraversamento del Canale? La risposta era semplice: il forte era stato neutralizzato dai tedeschi. Però questa soluzione era stata ottenuta con un'azione al limite dell'incredibile. Contemporaneamente ai paracadutisti che erano atterrati in Olanda, una squadra dello sturmgruppe (gruppo d'assalto) Koch era partita in direzione del forte belga. Il temibile fuoco di sbarramento della contraerea non aveva permesso a tutti gli alianti di raggiungere l'obiettivo, così solo tre di essi, per un totale di 84 uomini, erano riusciti ad atterrare esattamente sopra la fortezza, distruggendo i bunker dei cannoni e tenendo impegnati le diverse migliaia di uomini che componevano la guarnigione. Alle ore 17, il sopraggiungere della 4a divisione del Generale Stever pose fine a ogni resistenza dell'esercito belga. Qui, come sulle dighe olandesi, il coraggio dimostrato dai paracadutisti tedeschi fu grande, aumentato ancor più da un grave inconveniente accaduto al comandante del gruppo d'assalto, tenente Witzing.

A bordo del suo Ju 52 avrebbe dovuto atterrare anch'egli sul tetto, ma per un rovinoso errore di calcolo, il suo aereo precipitò sulla riva tedesca del Reno, lasciando senza comando il suo reparto fino a mezzogiorno, quando il tenente, pur ferito, salì su un altro velivolo che lo portò a destinazione. Privati dell'ufficiale in comando, i pochi specialisti che portarono a termine la missione dimostrarono alla perfezione il loro addestramento, perdendo solo 6 uomini su 84.

L'eco dei successi dei paracadutisti di Student fu enorme e non venne messo in ombra neppure dalle folgoranti vittorie delle truppe corazzate di Guderian. Dopo la conquista di Parigi e la firma dell'Armistizio con la Francia, si profilavano nuovi impieghi per la 7a e la 22a divisione aeree. Prima si ipotizzò la conquista dall'aria della regione di Southampton, in Gran Bretagna, poi rimandata da un ordine del Führer che pretese il dominio dell'aria prima di cominciare l'operazione "Leone Marino", cioè l'invasione delle isole britanniche. Come noto, tale dominio non fu mai ottenuto e ogni tentativo di conquista fu successivamente abbandonato. Gli ultimi sei mesi del 1940 furono molto difficili per Student, perché, sebbene fossero aumentati di numero i soldati destinati all'addestramento paracadutistico, il mancato impiego operativo cominciava a far emergere degli squilibri a livello dirigenziale. Si sarebbe potuta definire persino invidia. Infatti, sia gli alti ufficiali della Wehrmacht sia quelli della Luftwaffe (ai quali comunque Student era sottoposto ufficialmente) non vedevano di buon occhio quelle unità ibride di cui era difficile decidere la collocazione tra Aviazione Militare ed Esercito.

Osteggiato in ogni modo dai suoi superiori, Student riuscì a continuare nei suoi progetti solo per l'appoggio diretto di Hitler che era estasiato dalle potenzialità della nuova arma. Un'altra azione, in codice denominata "Ercole", avrebbe dovuto portare alla conquista dell'isola di Malta nei primi mesi del 1941, ma fu definitivamente rimandata col procedere frenetico degli avvenimenti. La Germania fu stata costretta a impegnarsi nei Balcani per soccorrere l'Italia che aveva attaccato la Grecia credendo di sconfiggerla facilmente. L'esercito greco invece si era dimostrato coriaceo e addirittura era passato all'offensiva, avanzando all'interno dell'Albania, allora colonia italiana. In soccorso del governo di Atene era giunto dall'Africa un contingente Britannico che però non aveva avuto fortuna. Entrambe le forze armate furono attaccate dalle superiori forze dell'Asse e mentre i Greci furono costretti alla resa, i Britannici evacuarono la penisola ritirandosi a Creta, isola nel mezzo del Mar Mediterraneo.

La conquista di Creta

Lancio di paracadutisti tedeschi durante l'invasione di Creta - Bundesarchiv, Bild 183-L22010 / CC-BY-SA

Lancio di paracadutisti tedeschi durante l'invasione di Creta.

Nell'imminenza dell'Operazione Barbarossa, cioè l'attacco all'Unione Sovietica, Hitler non si poteva permettere di lasciare in mano agli Alleati una base strategica così vicina ai pozzi petroliferi di Ploiesti in Romania che avrebbero dovuto fornire il carburante per la campagna estiva sul fronte orientale. Purtroppo, dopo la dura sconfitta subita dalla flotta italiana a Capo Matapan, la Royal Navy possedeva virtualmente il dominio del mare. La conquista dell'isola fu quindi programmata come un'azione interamente aerea. Student ottenne i pieni poteri e disegnò un piano che prevedeva l'invasione dall'aria. Anche la 5a Divisione di montagna che venne impiegata per la conformazione del terreno di Creta fu affidata ai suoi ordini. Fu fatto un grandioso lavoro logistico per preparare degli aeroporti di fortuna nella regione meridionale della Grecia e nelle isole dell'Egeo e avvicinare alle basi nemiche l'8° Corpo aereo di Von Richtofen che con i suoi 650 aerei tra bombardieri, caccia e cacciabombardieri, doveva fornire l'appoggio tattico alla spedizione.

I Britannici erano numericamente superiori alle forze dell'Asse che sarebbero state impiegate. Disponevano, infatti, di oltre 92.000 uomini sommando le truppe australiane, neozelandesi e inglesi. Erano però sprovvisti di artiglieria e i pochi caccia a disposizione erano stati inviati in Egitto per non sacrificarli inutilmente. Inoltre, le forze erano state suddivise nel seguente modo per difendere tutto il perimetro dell'isola che si allunga nel Mediterraneo per più di 300 km: 27.000 uomini tra Meleme e Suda nella parte occidentale, la più vicina al continente e la prima a essere attaccata; 62.000 a Retimo al Centro e 8.000 a Heraklion, nella zona Orientale. Si stava prospettando uno scontro tra chi possedeva il dominio dell'aria (Germania) e chi possedeva quello del mare (Gran Bretagna). Per trasportare la 5a divisione di montagna, il cui comandante non aveva alcuna intenzione di vedersi lanciato da un aereo, fu approntata una flottiglia composta da centinai di pescherecci greci che in piena notte, rischiando una navigazione senza luce, avrebbe raggiunto gli obbiettivi dello sbarco con perdite limitate, visto l'azzardo che si era tentato.

L'attacco cominciò il 20 Maggio 1941 alle 7 del mattino, quando il cielo sopra Meleme e Suda fu oscurato da 493 Ju 52 che lanciarono la 7a e 22a Divisione al completo. Le condizioni meteorologiche non potevano essere migliori, ma un vento insidioso provocò una dispersione delle forze d'invasione. Secondo il piano originario, l'aeroporto di Meleme rivestiva un'importanza vitale per il proseguo dell'offensiva. Esso doveva essere preso entro le prime ventiquattr'ore, altrimenti le truppe aerotrasportate non avrebbero potuto ricevere i rifornimenti e i rinforzi necessari per la conquista dell'isola. Alla sera del venti tutto era ancora in discussione. Le truppe britanniche si difesero eroicamente. I fucilieri neozelandesi dimostrano il loro valore abbattendo più aerei delle esigue batterie contraeree che proteggevano la città. A Heraklion la situazione era anche peggiore per i tedeschi. Le tabelle di marcia pensate da Student divennero inutili di fronte a inconvenienti pratici che non erano stati neppure immaginati. Tra essi, la lentezza del rifornimento degli Ju 52 e la difficoltà di decollare dalle piste greche fatte di terra battuta, dove ogni aereo in partenza sollevava nuvole di sabbia che annullavano la visibilità per il velivolo seguente.

Paracadutisti britannici prigionieri ad Arnheim nel settembre 1944. Durante l'operazione alleata Market Garden si affrontarono da ambo le parti truppe di paracadutisti nelle stesse azioni. Per amissione dei comandanti alleati, i paracadutisti tedeschi furono estremamente leali in combattimento. - Bundesarchiv, Bild 183-J27785 / CC-BY-SA

Paracadutisti britannici prigionieri ad Arnheim nel settembre 1944. Durante l'operazione alleata Market Garden si affrontarono da ambo le parti truppe di paracadutisti nelle stesse azioni. Per amissione dei comandanti alleati, i paracadutisti tedeschi furono estremamente leali in combattimento.

Il giorno successivo fu presa la decisione di conquistare l'aeroporto di Meleme a qualunque costo. Gli Ju 52 atterrarono sulla pista anche se essa era ancora sotto il fuoco nemico. Un reparto del 100° Reggimento di montagna che non era giunto per mare a causa della mancanza di imbarcazioni, arrivò miracolosamente a terra tra le carcasse degli aerei di rifornimento che lo avevano preceduto. Dal suo quartiere generale situato nell'Hotel Grande Bretagna di Atene, Student seppe di aver vinto. Non appena le truppe britanniche cominciarono a ritirarsi in direzione di Retimo, un gigantesco ponte aereo tedesco cominciò a scaricare uomini e materiali sulla pista di Meleme. Era ormai questione di giorni prima della definitiva sconfitta del Corpo di spedizione britannico. Nelle stesse ore si stava svolgendo un'altra battaglia in mare. La Royal Navy aveva impedito il passaggio di buona parte delle navi tedesche, ma a caro prezzo. Gli incrociatori Naiad e Carlisle furono colpiti duramente come la Warspite. Le possenti corazzate Barnham e Valiant dovettero abbandonare la lotta a causa dei danni subiti. Altre 5 navi da guerra tra cacciatorpediniere e incrociatori furono messe fuori combattimento dalla Luftwaffe.

I Britannici prolungarono la difesa per un'altra settimana che fu colma di atti di eroismo straordinari. Si segnalarono in particolare gli uomini del I battaglione "Argyll and Sutherland" e del I battaglione "Sussex". Questi ultimi, per ironia della sorte, sarebbero diventati loro stessi paracadutisti e avrebbero partecipato all'operazione "Market Garden" scontrandosi ancora una volta con le truppe speciali di Student. Il 27 Maggio, il generale Wavell, quale comandante in capo alleato, si assume la responsabilità di ordinare la ritirata dall'isola. Si profilava una nuova Dunquerke, solo molto più pericolosa. Gli uomini che difendevano Retimo dovettero seguire una stretta strada di montagna, denominata "Via Crucis", per raggiungere il punto d'imbarco a Chora Sfakion. Il caldo estivo era insopportabile e molti di loro, sfiniti e senz'acqua, si arresero agli inseguitori. La ritirata avrebbe potuto essere impedita con il lancio di pochi uomini della 7a Divisione aerea, ma Student si rifiutò di sacrificare altre vite umane. L'apoteosi dei paracadutisti vide la morte di 3674 uomini di queste unità speciali più altri 2.500 della Marina e della 5a divisione di montagna. Gli inglesi ebbero solo 3.500 morti, ma 12.000 prigionieri e la perdita di 9 navi da battaglia.

Il duro sacrificio pagato dalla 7a e 22a divisione fece capire che gli assalti dall'aria potevano avere successo unicamente se sorretti dalla sorpresa e condotti con migliaia di uomini. Hitler disse a proposito della conquista di Creta: "Creta ha dimostrato che i grandi giorni dei paracadutisti sono finiti. Il loro impiego esige una sorpresa che non è più realizzabile." Saranno gli Alleati che proseguiranno nello sfruttamento della nuova arma, sviluppandone la tecnica.

Le truppe paracadutiste tedesche nel periodo 1942-1945

Il fatto che il Führer avesse deciso di non usare più assalti aerei per le operazioni più importanti non significò un abbandono del programma di Student che, anzi, venne notevolmente potenziato. Le due divisioni originarie crebbero fino a raggiungere i 160.000 uomini, ma non volarono mai più tranne che per azioni circoscritte e di poca importanza. Si trasformarono lentamente in truppe di fanteria scelta, ereditando il ruolo dei famosi Granatieri prussiani di Federico il Grande. Con queste mansioni combatterono sul fronte russo, in Italia e, negli ultimi mesi del Reich, prima in Olanda e poi nella Renania centrale. Il Generale Sir John Hackett che durante la Seconda Guerra Mondiale combatté sia sul fronte italiano sia durante l'operazione Market Garden come comandante di una brigata inglese di paracadutisti, ricorda come a Cassino e ad Arnhem si fossero scontrati per la prima volta due eserciti che usavano entrambi truppe scelte aerotrasportate nella medesima azione. Secondo la sua testimonianza non trovò mai soldati tedeschi più determinati e nello stesso tempo più leali dei membri delle forze di Student.

Paracadutisti tedeschi impegnati nell'utilizzo di un lanciagranate in Italia, nel febbraio 1944. Negli ultimi anni di guerra i paracadutisti di Student furono impegnati principalmente come fanteria d'élite in prima linea. - Bundesarchiv, Bild 183-J16853 / Czirnich / CC-BY-SA

Paracadutisti tedeschi impegnati nell'utilizzo di un lanciagranate in Italia, nel febbraio 1944. Negli ultimi anni di guerra i paracadutisti di Student furono impegnati principalmente come fanteria d'élite in prima linea.

Il generale tedesco trascorse il resto della guerra continuando il proprio lavoro di tattico dalle eccellenti qualità, ipotizzando nuovi piani di conquista che alcuni critici definiscono irrealizzabili, come la missione nella Penisola di Kola per bloccare la via di rifornimento russo di Murmansk o l'occupazione di Baku partendo dalle posizioni tedesche nelle Crimea Orientale. Entrambi i programmi rimasero solo sulla carta, ma non per questo si deve sminuirne la validità sul piano teorico. Essi probabilmente avrebbero richiesto un impiego di uomini addestrati che la Germania non disponeva a quei tempi, tuttavia, se il Reich li avesse posseduti si può stare certi che l'invidiabile capacità di risolvere i problemi che caratterizzava Student avrebbe concesso buone possibilità per il successo di questi piani. Anche la liberazione di Mussolini dalla prigione del Gran Sasso, spesso attribuita a Skorzeny, può essere vista come una creazione di Student.

Purtroppo, con la mancanza di impieghi operativi, il generale perse ben presto l'appoggio e il prestigio di cui aveva goduto, finendo, nell'agonia della Germania nazista, per comandare un settore difensivo nel Meclemburgo. Agli inizi di Maggio 1945 fu fatto prigioniero dagli inglesi e qui cominciarono le sue traversie del dopoguerra.

Fu imputato per crimini contro l'umanità al processo di Norimberga. L'accusa era grave e poteva portare alla pena di morte. I fatti su cui si basava l'accusa erano avvenuti a Creta nel periodo di occupazione tedesca sotto il comando di Student. Il governo greco in esilio aveva proclamato una guerra partigiana a oltranza contro l'occupante tedesco. I civili cretesi avevano recepito il messaggio e avevano cominciato una lotta di logoramento che in alcuni casi diventò atroce e barbara. Si segnalarono degli episodi di mutilazioni e addirittura crocifissioni nei confronti di sentinelle della Luftwaffe. Göring ordinò che si deportassero tutti gli uomini di Creta maggiori di 14 anni. Student nella sua mentalità di soldato di carriera non obiettò nulla a quell'ordine assurdo, ma nel momento in cui si dovette procedere effettivamente alla deportazione riuscì con abili escamotages (scarsità di carburante per gli aerei, difficoltà nello stabilire l'esatta età delle persone da deportare e persino mancanza del personale militare dovuto a licenze) a rinviare a tempo indefinito quell'azione crudele. La sua estraneità all'accusa principale fu dimostrata grazie anche alla testimonianza del generale neozelandese Inglis che giurò davanti ai giudici che Student si era opposto all'attività delle SS nell'isola. L'imputazione fu così convertita in "mancato tentativo di impedire crimini di guerra". La condanna fu ridotta a soli cinque anni e non venne confermata durante il processo d'appello. Student fu liberato nel 1948 e visse il resto della sua lunga vita nella Germania Occidentale dove morì nel 1978 all'età di 88 anni.

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Fonti e letture consigliate:

Corelli Barnett, "I generali di Hitler"
Raymond Cartier, "La Seconda Guerra Mondiale"
Otto Skorzeny, "Mein Kommandunternehmen"
Mario Fanoli ,"Intorno al Tavolo delle illusioni".

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