Il Necronomicon tra finzione e parapsicologia

a cura di Demian Loki

Il Necronomicon, grimorio alla base del lavoro dello scrittore Howard Phillips Lovecraft, è stato spesso al centro di mistificazioni, ma anche di presunte scoperte archeologiche che hanno aumentato i dubbi intorno alla sua reale esistenza. Addentriamoci nei suoi segreti, scopriamo da dove potrebbe arrivare il suo contenuto, accostiamoci a riti di evocazione simili a quanto presente nel Ciclo di Cthulhu.

Il Necronomicon è il celeberrimo grimorio filo conduttore di tutto il famoso Ciclo di Cthulhu lovecraftiano.

In risposta al quesito di numerosi fan sull'esistenza o meno di questo volume e del suo sapere proibito, nel corso dei decenni sono comparsi numerosi psudonecronomicon.

Una copia del Necronomicon realizzata da un fan di Lovecraft, immagine in pubblico dominio, fonte Wikimedia Commons, utente Shubi

Una copia del Necronomicon realizzata da un fan di Lovecraft.

Nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di mistificazioni.

Solo a titolo di esempio posso citarvi una traduzione rocambolescamente trovata nei Musei Vaticani.

Basta un'analisi superficiale del testo per rendersi conto che non può essere stata scritta nel 1300: la forma lessicale è palesemente moderna, l'autore usa il discorso indiretto libero che dopo James Joyce è divenuto una forma stilistica comune, ma non rientrava affatto nei canoni retorici del medioevo.

Anche quello che sembrava il più promettente esemplare del Necronomicon, la traduzione del codice di John Dee noto come Liber Logaeth, si è rivelato un falso.

O meglio, si sarebbe trattato di un pastiche di vari grimori, a cui sarebbero stati aggiunti nomi lovecraftiani.

Nella ricerca dello Pseudobiblion di Lovecraft si mescolano in maniera davvero "orrorifica" finzioni letterarie, frodi, abbagli in buona fede, travolgenti scoperte bibliografiche e impossibili scoperte archeologiche, come quella di qualche anno addietro in cui si ritenette di aver scoperto una versione blasfema dell'Enuma Elish, il testo sacro dei Sumeri.

Bisogna anche annoverare alcuni episodi che purtroppo non è possibile approfondire: sembrerebbe che un "Necronomicon" sia citato su codici bizantini delle opere scientifiche di Michele Psello oppure che in un frammento di un volume alchemico conservato alla Biblioteca Riccardiana di Firenze ci fosse un riferimento in greco alla città di RLHEE... Purtroppo il testo venne distrutto dall'alluvione che colpì Firenze nel 1966.

Eppure, nonostante l'esistenza fisica e tangibile del Necronomicon sia elusiva e sfuggente (come se il testo dannato volesse autoproteggersi), restano tracce inquietanti sparpagliate nel mondo degli occultisti.

Kenneth Grant, che fu direttore dell'Ordo Templi Orientis dopo la morte di Aleister Crowley, fece notare le similitudini tra le entità evocate da quest'ultimo e le divinità lovecraftiane.

Da alcune lettere di Lovecraft si viene a sapere che conosceva di fama Crowley, ma non lo considerava altro che un ciarlatano. Inoltre è molto improbabile che avesse avuto modo di conoscere in modo approfondito la sua dottrina, imperniata su una riformulazione occulta e "nera" della mitologia egizia.

Per esempio: Yogh-Sothoth sarebbe analogo al demone Choronzon, guardiano della Soglia; nel sistema di Crowley come nelle narrazioni di Lovecraft si parla di divinità denominate "Grandi Antichi". Lo scrittore descrive un regno che chiama "deserto gelato di Kadath", mentre Crowley parla di un "freddo deserto chiamato Hadith". Lovecraft narra di "Colui che è senza volto (il dio Nyarlathotep)" e Crowley di "Colui che è senza testa", di cui lascia un lungo testo evocativo in un linguaggio inintelligibile. Lovecraft racconta di una "Stella a cinque punte incisa sulla pietra grigia" e nel Culto di Crowley troviamo: "La Stella di Nuit, a cinque punte con il cerchio nel mezzo (il grigio è il colore di Saturno, la Grande Madre di cui Nuit è una forma)".

Per queste ragioni Grant ritiene che Lovecraft possa essere compreso in modo adeguato solo all'interno del sistema occulto di Crowley.

Anche nei Nomi Barbari di Evocazione, il linguaggio incomprensibile con cui vengono evocati gli Elementali di Crowley, riecheggiano le litanie pre-umane con cui vengono richiamati gli Antichi.

Howard Phillips Lovecraft nel 1915, immagine in pubblico dominio, fonte Wikimedia Commons, utente Darwinius

Lo scrittore Howard Phillips Lovecraft: un grande inventore di storie oppure un attento ricercatore di riti oscuri?

Nel sistema di Crowley, i Nomi Barbari trovano la loro potenza nella fase pre-umana dell'evoluzione, sono atavismi linguistici sepolti nell'inconscio collettivo e devono il loro potere proprio alla loro mancanza di senso razionale.

Inoltre, parte fondamentale della ritualità dell'Ordo Templi Orientis è il controllo del sogno ovvero la facoltà di entrare nello stato onirico mantenendo la lucidità.

In questo stato sarebbe possibile ascendere o discendere in altri stati dell'Essere.

Molti occultisti ritengono che Lovecraft si sia sintonizzato telepaticamente con le entità adorate da Crowley.

La cosa non appare tanto inverosimile, dal momento che buona parte dei racconti di Lovecraft nacquero dopo sogni notturni. Sogni che lui stesso definiva singolarmente lucidi.

In breve, è possibile che Lovecraft fosse una sorta di "psiconauta" e che in sogno abbia letto un grimorio spettrale?

A titolo di esempio vi faccio leggere una parte di un rituale onirico dell'Ordo Templi Orientis, estratto da Outside the Circle of Time (Muller, Londra, 1980). Grant descrive una tecnica per lavorare con Lam, una delle entità-guida di Crowley:

"Guarda al disegno fino a che sopraggiunge la sonnolenza. Lo sguardo dovrà naturalmente posare sopra gli occhi; questi appariranno che si allargano e saranno assorbiti nella coscienza fino a che si leverà la sensazione di essere dentro la testa dell'entità. Due vie ora sono aperte: sia all'insù che all'ingiù. Se in giù, la discesa sarà accompagnata da una sensazione di aria impetuosa che può raggiungere una forza tempestosa. Una profonda oscurità inghiottirà la mente mentre uno entra nel tunnel oscuro sotto la bocca e il vento sarà rimpiazzato dal suono di acque correnti. Esse ribolliranno intorno al viso di Lam, fino a che una fiamma brillante e risplendente si muoverà come fulmine attraverso il liquido oleoso e agitato. Il suo ribollire risveglierà l'immagine di una entità ottopoide, i cui tentacoli sono le ramificazioni del tunnel sotto la bocca di Lam. Quindi seguirà una improvvisa quiete, agitata soltanto da vaghe pullulazioni dell'entità simile a un'esca. In questa quiete può essere stabilito il contatto con la rete di tunnel che si ramificano in giù alla base di Lam, dove i fulmini sessuali hanno la loro origine. Questi trasportano la mente in un vortice violento e la coscienza sembrerà diffondersi in una miriade di forme che si creano velocemente per fondersi in una forma singola. La fusione avrà luogo tra gli occhi di Lam, nella regione dell'ajna chakra, e la fiamma si scaricherà in aria nella vasta brillantezza di un cranio che appare infinito nell'estensione e splendente in modo abbagliante. Il mantra Ipsoslam o Lamispso dovrebbe quindi essere vibrato, secondo se i tunnel sono ascesi o discesi..."

Curiosamente lovecraftiano, vero?

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